Il fallimento di impianto embrionario (RIF) può rappresentare un problema che, nel caso si ripeta più volte, può essere devastante per la coppia che effettua terapie per la sterilità.
Alcune pazienti vengono sottoposte a più cicli di fecondazione in vitro e tutto sembra andare bene: un buon numero di uova in fase di recupero, un buon tasso di fecondazione, gli embrioni sembrano essere sani e di alta qualità, lo stato della mucosa uterina o endometrio sembra buono, il trasferimento procede senza intoppi, ma la gravidanza non “attecchisce mai”.
Può essere una situazione difficile e frustrante anche per gli esperti di fertilità che cercano di rintracciarne la causa. I pazienti hanno bisogno di risposte e i medici vogliono aiutare a trovarle.
Fortunatamente, nuovi test e tecnologie sono costantemente in fase di sviluppo per aiutare gli esperti della riproduzione a fornire alcune di queste risposte e aiutare i pazienti a trovare la strada giusta per la gravidanza.
Il test ERA offre nuove informazioni e nuove speranze ai pazienti che affrontano il fallimento dell’impianto.
Ecco tutto ciò che devi sapere sull’ERA Test.
Quali sono le cause del fallimento dell’impianto?
Esistono diversi fattori che possono causare il fallimento dell’impianto. La maggior parte rientra in due categorie.
- Anomalie genetiche:
più comunemente, il problema è genetico dell’ovocita e di conseguenza embrionario, in particolare con le donne di età più elevata. Gli ovociti che invecchiano presentano un tasso molto più elevato di anomalie cromosomiche fino al 90% nelle donne tra i 41 e i 42 anni. Questo spiega perché i tassi di impianto diminuiscono con l’età del paziente: nelle pazienti sotto i 35 anni , il tasso medio di impianto è di circa il 50%. A 41-42 anni, questa percentuale scende a circa il 12%. Molto raramente, può esserci anche un problema genetico con lo sperma. Se una paziente ha problemi di RIF, i test genetici come il Pre-Implantation Genetic Screening (PGS) sono di solito la prima opzione offerta. Gli embriologi possono controllare gli embrioni per eventuali problemi cromosomici prima che vengano impiantati, il che può migliorare significativamente il tasso di impianto. Un’altra opzione molto efficace in questo tipo di situazione è l’uso di uova di una donatrice (fecondazione eterologa). - Problemi di recettività uterina:
se non sembra esserci una ragione genetica per l’insuccesso dell’impianto, l’attenzione passerà ai problemi di recettività uterina. Questi possono essere causati da molti fattori: problemi anatomici della cavità uterina, disturbi o squilibri degli ormoni ovarici, della tiroide o delle funzioni autoimmuni, o problemi di struttura endometriale . Esistono molti test diversi che possono aiutare i medici a gestire il problema. L’ERA Test è uno dei più recenti.
Cos’è l’ERA Test?
ERA è l’acronimo di Endometrial Receptivity Analysis (o Array). È un test genetico che utilizza un piccolo campione di tessuto endometriale di una donna per valutare se il rivestimento endometriale è pronto per accettare un embrione impiantante.
Ogni donna ha una “finestra di impianto” di pochi giorni nell’arco del suo ciclo, che si verifica generalmente dai 17° al 21° giorno del ciclo mestruale. Durante questo periodo, detto fase luteale o secretoria, le ovaie producono progesterone. Il progesterone causa molte modifiche sottili ma importanti al rivestimento uterino al fine di creare uno stato perfetto per l’impianto. Ormoni come il Progesterone e molte altre sostanze come le citochine vengono prodotte e rendono l’endometrio più recettivo.
In circa l’84% delle donne questa piccola finestra si presenta nei giorni usuali. Tuttavia, le ricerche di laboratorio hanno scoperto che circa il 16% delle donne ha una finestra che può essere anteriore o successiva al periodo normale. Per i cicli di PMA, ciò potrebbe significare che il trasferimento dell’embrione avviene nel giorno sbagliato, quando la finestra non si è ancora aperta o è già stata chiusa, causando così il fallimento dell’impianto.
Come funziona il test ERA?
Quando il rivestimento endometriale è recettivo, il materiale genetico delle cellule endometriali ha una “espressione” unica, il che significa che possono produrre più o meno determinati tipi di RNA che produrrà per pochi giorni sostanze favorenti l’impianto. I ricercatori analizzano l’espressione di 236 geni per campione e hanno costruito un database di campioni di tessuto endometriale per vedere i livelli di RNA prodotti in diversi momenti del ciclo.
Utilizzando algoritmi avanzati vengono cercate le caratteristiche fino a quando non si è in grado di classificare in modo affidabile un campione come “Ricettivo” o “Non ricettivo” in base ai profili di espressione specifici.
Questo test è altamente riproducibile, il che significa che quando i campioni vengono testati allo stesso tempo del ciclo ma a distanza di mesi, i risultati rimangono gli stessi.
Utilizzando l’ERA, i medici possono identificare se una “finestra di impianto” di una donna sta accadendo quando ci si aspetta o se è necessario spostare la data di trasferimento per assicurare la migliore “sincronizzazione” tra l’embrione e il rivestimento uterino.
Come viene eseguito il test ERA?
L’analisi della ricettività dell’endometrio richiede un campione del rivestimento uterino ottenuto in un momento molto specifico del ciclo.
È anche possibile utilizzare i farmaci per la fertilità per preparare il rivestimento uterino, utilizzando estrogeni e progesterone supplementari. Il giorno in cui il progesterone viene avviato è il Giorno Zero e il test viene eseguito cinque giorni dopo.
Il campione di tessuto viene prelevato in una procedura nota come biopsia endometriale. Un catetere sottile viene inserito attraverso la cervice nella cavità uterina e uno stantuffo nel catetere viene utilizzato per creare l’aspirazione e prelevare un minuscolo campione del rivestimento endometriale nel catetere. Molte donne trovano questa parte del processo un pò fastidiosa, ma è una procedura molto veloce che dura pochi secondi. Il campione viene quindi inviato al laboratorio per l’analisi utilizzando la tecnologia Next Generation Sequencing. I risultati sono disponibili in circa tre settimane. Se i risultati dicono che il tessuto era “non ricettivo”, il test deve essere ripetuto prima o dopo, fino a quando non viene identificato il momento ottimale.
Una volta identificata la finestra ricettiva del paziente, è possibile utilizzare il Timing personalizzato per il trasferimento embrionale (pET).
Dopo tanto investimento emotivo, fisico e finanziario, la delusione e l’angoscia causate da un ripetuto fallimento dell’impianto possono essere gravi. Quando si ci si deve confrontare con cicli di fecondazione in vitro falliti apparentemente inspiegabili, chiedi al tuo esperto di fertilità l’ERA test. Ti offre un nuovo approccio al trasferimento embrionale. A volte uno spostamento di un giorno è tutto ciò che serve per vedere il successo .
Quando fare il test ERA?
L’era Test è indicato in questi casi
- Ripetuti fallimenti dopo il transfer embrionario
- Durante un ciclo di PMA
Per quale motivo optare per un Test ERA
- Il Test ERA® favorisce un significativo incremento del tasso di concepimento, fino al 73% nei trasferimenti personalizzati basati sui risultati del test.
- Con l’applicazione di un trasferimento embrionale su misura, le possibilità di gravidanza con terapie di procreazione assistita aumentano.
Emma Test e Alice Test
Accanto all’ERA test è stata recentemente abbinata la possibilità di valutare con l’EMMA test,la presenza della presenza di batteri, non patogeni, che sono stati messi in relazione con un aumentato tasso di gravidanza, ed il test ALICE che evidenzia la presenza di una infiammazione cronica (endometrite) che colpisce fino al 30% delle pazienti infertili e che causa mancati impianti o aborti ripetuti.
E’ quindi possibile, in base ai risultati ottenuti, elaborare una strategia innovativa in quanto è possibile personalizzare il trasferimento degli embrioni in base alle caratteristiche individuali dell’endometrio e della singola paziente. Viene introdotto quindi il concetto di pET (personalized embryo transfer), strategia che può essere utile nei casi di pazienti con ripetuti fallimenti di impianto nelle tecniche di fecondazione assistita.
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