L’età materna rappresenta uno dei fattori che maggiormente influenza le probabilità di ottenere una gravidanza.
L’RCOG (Royal Collage of Obstetrician and Ginaecologyst) evidenzia come la percentuale di bambini nati vivi sia pari al 31% quando l’età materna risulta inferiore ai 35 anni per diminuire drasticamente al 5% nel caso di donne con età superiore ai 42 anni.
Anche nelle tecniche di fecondazione assistita le probabilità di successo sono strettamente correlate all’età materna.
I dati per la procreazione medicalmente assistita riportati dal registro dell’Istituto Superiore di Sanità per il 2009, anche in questo caso, indicano una diminuzione delle percentuali di gravidanza all’aumentare dall’età materna, in particolare dal 30,5% nelle donne con un età inferiore ai 35 anni fino al 7,0% nelle donne con età superiore ai 42 anni.
Sicuramente una delle cause è da ricercare nella qualità degli ovociti reclutati nelle tecniche di fecondazione assistita: al contrario dell’uomo in cui gli spermatozoi vengono prodotti continuamente, la donna alla nascita già presenta, all’interno dei follicoli, tutti gli ovociti che ha a disposizione nella sua vita. Con il passare del tempo tali follicoli vanno incontro ad un processo degenerativo e di apoptosi che comporta un passaggio di circa 2 milioni di follicoli alla nascita a circa 500.000 alla pubertà. Durante tutta la sua vita una donna avrà all’incirca 350-400 ovulazioni durante le quali un singolo ovocita per mese verrà liberato nelle tube.
Oltre a questa variazione quantitativa, gli ovociti vanno incontro a delle modificazioni qualitative con il passare del tempo: incrementano le aneuploidie nel corredo cromosomico, aumentano le alterazione del fuso mitotico e aumentano le modificazioni metaboliche.
E’ stato stimato che la percentuale di ovociti con aneuploidie, trasmesse alla prole, si modifica con l’aumentare dell’età materna da meno del 2% nelle donne al di sotto dei 25 anni fino a più del 35% al di sopra dei 40 anni (ESHRE Capri Workshop 2005).
L’incremento dell’età materna comporta, inoltre, l’insorgenza di fattori di rischio di complicazioni quali aborto, gravidanza ectopica, ritardi di crescita intrauterina del feto e parto prematuro oltre a problematiche quali il diabete, la preeclampsia, le emorragie, rottura prematura delle membrane, anomalie del travaglio e frequente ricorso al taglio cesareo.
Anche, nella procreazione medicalmente assistita, uno studio molto ampio (Stensen et al, 2010) ha messo in evidenza come con l’incremento dell’età materna si ottienga un minor recupero ovocitario dopo stimolazione ovarica, minori tassi d’impianto degli embrioni e di gravidanza, una maggiore percentuale di aborto ed una minore percentuale di bambini nati vivi.
Appare evidente come sia necessario, nonostante l’attuale situazione socio-economica, cercare di pianificare una gravidanza quanto prima.
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