Nella puntata di Porta a Porta di mercoledì 17 Aprile (Colicchia a Porta a Porta su scambio di embrioni) sono stato invitato a dare un parere sullo scambio di embrioni avvenuto presso il centro di Fisiopatologia della Riproduzione dell’Ospedale Pertini di Roma.
Ho ribadito quanto già detto in altre occasioni che l’evento è eccezionale , e che le procedure messe in atto presso i centri di fecondazione assistita in Italia seguono norma stabilite a livello europeo e che sono applicate in tutta Europa.
Quanto è avvenuto fa parte del sempre possibile errore umano che potrà essere ridotto ,ma non eliminato del tutto. L’organizzazione dei centri pubblici segue le normative ,ma non ha i tempi di reazione che possono avere i privati ,in quanto legati a innumerevoli passaggi delle procedure e talvolta non dimostra una specifica sensibilità per questa patologia.
Gli errori ,rarissimi,hanno però risvolti complessi per i problemi etici che generano , suscitando un clamore altissimo nei media.
Il caso in questione è il risultato di uno scambio embrioni generato da una quasi omonimia tra due pazienti della stessa mattina. Non è questo un motivo giustificativo per il dramma che ne è scaturito,ma da questo possono e devono partire delle strategie di implementazione di livelli di sicurezza più alti con l’adozioni di sistemi automatizzati di riconoscimento di identità pur nella complessità di dover etichettare delle cellule in modo univoco ed in tutti i passaggi della loro processazione. Sistemi che sono stati già adottati in altri Paesi e che contribuiscono alla riduzione dell’errore umano.
Siamo favorevoli all’adozione di queste modalità automatizzate di riconoscimento dei campioni biologici,e alla adozione di norme incentivanti la loro diffusione a livello nazionale.
E’ doveroso dare ai pazienti ,già provati dall’affrontare una situazione difficile come la sterilità di coppia,la massima garanzia possibile sull’efficienza dei sistemi di controllo in uso.
E’ altrettanto importante sottolineare ,in questo momento,che i centri italiani non sono inferiori ai centri europei sia come efficacia dei trattamenti che come sicurezza delle procedure adottate.