Per le coppie che hanno problemi di fertilità non è facile orientarsi per scegliere il centro al quale affidarsi.
Ma come fa una coppia a capire di essere nel centro giusto?
La fecondazione assistita è una metodica che coinvolge molti operatori ,le dotazioni tecniche dei loro laboratori ,l’esperienza e la loro capacita di aggiornamento.
Il dato più importante, ed anche il modo più semplice, è conoscere le percentuali di successo di ogni singolo centro.
Negli USA è naturale chiedere al medico quante siano le gravidanza ottenute dal centro. Noi queste informazioni le riportiamo sui nostri consensi informati e sul nostro sito web https://www.antoniocolicchia.it/percentuali-di-successo/ ).
Questo è il nostro “biglietto da visita” , del quale siamo giustamente orgogliosi.
Il dato è fondamentale, perchè non è solo correlato alla competenza del ginecologo che effettua il trattamento ,ma anche alla qualità del laboratorio, intesa sia come capacità degli embriologi sia come quantità e qualità delle apparecchiature ,oltre l’organizzazione generale del centro.
Ripetuti insuccessi possono essere legati anche a fattori di coppia che non sono evidenziabili alla semplice osservazione al microscopio degli embrioni.
Molte donne pensano al mancato impianto, come se fosse un problema di accettazione dell’embrione da parte dell’utero.
In realtà nella grande maggioranza dei casi il problema è legato alla qualità embrionaria.Anche la recettività uterina è importante.Questa la possiamo studiare oltre che visivamente con l’ecografia o la Isteroscopia, o anche con dei test sull’endometrio come l’ ERA Test , Emma test ed Alice nel mancato impianto .
Un aiuto importante per capire la qualità embrionaria ci viene dato dalla genetica, con lo screening genetico pre-impianto dell’embrione , detto PGS (Preimplantation Genetic Screeninig).
La qualità genetica embrionaria varia moltissimo col variare dell’età della donna.
La genetica degli ovociti inizia a peggiorare a partire dai 35 anni per poi scendere in modo significativo dai 39.
Dai 40, ogni anno, si perde una parte consistente della capacità riproduttiva che arriva pressoché a zero ai 45.
Circa il 10% delle donne va incontro alla menopausa prima dei 45 anni e 1% prima dei 40. Quando in famiglia c’è un caso di menopausa precoce la donna deve immediatamente riferirlo al ginecologo.
La presenza di malattie autoimmuni aumenta il rischio di riduzione precoce della riserva ovarica (premature ovarian insufficiency”POI”).
Alterazioni genetiche (sindrome di Turner, X fragile,e altre alterazioni geniche) sono coinvolte nella POI.
In conclusione ,il successo di una fecondazione in vitro è fortemente correlato, con l’età,la qualità del centro e con gli stili di vita (fumo in particolare) per cui l’inizio della terapia non deve essere rimandato da parte dei ginecologi curanti nè nei buoni centri di fecondazione, che di fronte a ripetuti insuccessi devono proporre lo screening genetico embrionario pre-impianto per individuare gli embrioni sani, e ridurre i rischi di insuccesso.
Riferimenti :BOR Papers in Press. Published on April 22, 2015 as DOI:10.1095/biolreprod.114.127381