Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio 2021
Ad oggi le conoscenze sulla pandemia sono contenute in studi che raccolgono dati significativi sull’infezione e vaccinazione per SARS Covid-19 e gravidanza.
La percentuale di rischio di infettarsi per la gestante è simile a quella del resto della popolazione ,ma le manifestazioni della patologia nelle gestanti possono essere più importanti. Non sono i sintomi respiratori ad essere rilevanti in gravidanza, bensì quelli legati alle alterazioni della coagulazione ed al loro impatto a livello placentare.
La prevenzione, ad oggi e anche nei primi mesi della vaccinazione di massa, consiste nell’utilizzo sistematico delle mascherine FP2\FP3. La presenza di anticorpi anti Coronavirus nei feti di madri positive sintomatiche, fa pensare che la vaccinazione in gravidanza è fortemente raccomandata per proteggere oltre la gestante anche il feto ed il neonato nei primi mesi di vita.Infatti i neonati di madri vaccinate durante la gravidanza,sviluppano anch’essi una risposta immunitaria che li protegge sin dalla nascita.
Impatto sulle tecniche di PMA
Non sono state date indicazioni su eventuali limitazioni per le coppie che accedono alle tecniche di fecondazione assistita eterologa od omologa, eccetto quella sulla opportunità di effettuare una valutazione della presenza di infezione mediante triage, test sierologico o tampone antigenico o molecolare secondo giudizio del medico curante.
Conseguenze dell’infezione virale
Sappiamo che la gravidanza è uno stato “pro-trombotico” cioè una condizione dove il rischio di trombosi è fisiologicamente aumentato per tutte le gestanti.
In quelle che contraggono l’infezione con sintomi evidenti, oltre quelle polmonari che possono essere anche modeste, le conseguenze più importanti sono le alterazioni vascolari, con riduzione degli scambi metabolici a livello placentare e deposizioni locale di fibrina, trombosi delle arterie placentari, scarso sviluppo delle stesse, con un aumento, nel 30% di sintomatiche gravi, del 12% di rischio aumentato di parto prematuro.
I livelli del D-Dimero, indice di tromboembolismo, sono utili indicatori del rischio aumentato e della opportunità di iniziare una terapia anticoagulante con eparina.
La pre-eclampsia ha numerose analogie con l’infezione da Covid-19, un mediatore importante dell’infiammazione, l’interleukina 6 (IL-6) presente nella pre-eclampsia, è fortemente aumentata anche nell’infezione virale, inducendo ipertensione nella gestante.
Il progesterone, ormone presente in abbondanza durante la gravidanza, sembra possa avere un effetto protettivo grazie alla sua qualità di immunoregolatore, riducendo la risposta immunologica esagerata, alla base di importanti problematiche durante l’infezione da Covid-19.
Passaggio madre-feto del virus
Per il passaggio “verticale” tra madre e feto sono in aumento le segnalazioni che questo possa avvenire come accade in altre infezioni (ad es. Toxoplasmosi, Rosolia, Cytomegalovirus). Al momento il rischio di passaggio transplacentare viene classificato come “possibile”.
In un lavoro scientifico pubblicato a febbraio 2021 viene descritta una importante compromissione placentare in una gravida a termine, che presentava leggeri sintomi da Covid-19, come mialgie .In una successiva pubblicazione del luglio 2021 viene confermato l’incremento del rischio di sviluppare una pre-eclampsia soprattutto nelle pazienti di età più avanzata o con associati altri fattori di rischio come ipertensione o diabete.
La gravidanza è uno stato durante il quale il sistema immunitario subisce grandi cambiamenti sia per “tollerare l’ospite” che per aumentare le difese contro le aggressioni virali esterne.Ed è proprio questa particolare situazione che causa un aggravante nella risposta immunitaria della gestante durante l’infezione da SARS-Covid 19.
La vaccinazione è fortemente raccomandata durante tutta la gravidanza,Linee guida ESHRE giugno 2021anche se alcuni organismi istituzionali (ISS) consigliano di effettuarla durante il II e III trimestre.
Terapia in gravidanza
I farmaci utilizzati sono gli stessi di quelli in uso nella popolazione generale: antibiotici, cortisone, eparina. La gestione della saturazione d’ossigeno con un apparecchio che la misura, il saturimetro, indicherà la eventuale necessità di ospedalizzazione.
Parto ed Allattamento
È consigliata la somministrazione di anticoagulanti (Eparina) fino a 10 gg dopo il parto nelle positive sintomatiche.
L’allattamento dovrebbe sempre essere consigliato, eventualmente consigliando di indossare dispositivi di protezione per le puerpere sintomatiche
Raccomandazioni
I dati più recenti hanno fatto emanare nuove raccomandazioni, l’ultima è delle due più importanti società scientifiche mondiali l’IFFS e l’ESHRE, a favore della vaccinazione nelle gestanti e nelle donne che programmano una gravidanza,soprattutto nelle categorie a rischio, al fine di ridurre i rischi per madre e feto durante la gravidanza. E’ riportata una possibile protezione nella fase postnatale per il feto che potrebbe conservare, per un primo periodo, una protezione da anticorpi materni. Gli anticorpi permanenti chiamati IgG, passano al feto soprattutto nelle ultime settimane di gravidanza, per cui è raccomandato di effettuare le vaccinazioni, come ad esempio quella contro la pertosse, a fine gravidanza.
il report congiunto della IFFS(federazione internazionale delle società scientifiche di infertilità) e dell’ESHRE (Società Europea di Infertilità) del Febbraio 2021, raccomanda :
1) L’utilizzo per la gestante di tutte le misure di distanziamento e di tutti i dispositivi di protezione individuale per evitare l’infezione.
2) Per le gestanti che sono esposte ad elevato rischio di contaminazione , come quelle operanti nel settore sanitario o in altri con continui contatti con il pubblico, si raccomanda la vaccinazione.
Per tutte , vaccinazione subito dopo il parto per proteggere il neonato dal rischio di contagio.
L’istituto Superiore della Sanità aveva già emesso a Gennaio 2021 un avviso con aggiornamenti e raccomandazioni in gravidanza ed allattamento. In conclusione è affermato che:
- la vaccinazione in gravidanza non è più controindicata
- il medico valuta con la gestante, in particolare con l’appartenente alle categorie più esposte (operatrici sanitarie, categorie addette al pubblico, ecc.) l’opportunità della vaccinazione contro il Covid-19.
- l’allattamento sempre consigliato
- E’ importante valutare l’opportunità della vaccinazione nelle gestanti diabetiche o ipertese