Da alcuni anni il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) è entrato nella pratica clinica, inizialmente in ortopedia poi in dermatologia, oculistica ed ultimamente in ginecologia nelle tecniche di fecondazione assistita, per la sua capacità di stimolare la crescita e la rigenerazione dei tessuti.
Vediamo qual è l’utilità dell’infusione del PRP in fecondazione assistita.
Alcune donne sperimentano, nel loro percorso di fecondazione assistita omologa o eterologa,ripetuti insuccessi dopo transfer embrionario legati a scarsa qualità endometriale ed alcune devono ripetere le preparazioni per il transfer a causa di ridotto spessore dell’endometrio, detto”endometrio sottile”.
Questa situazione è particolarmente difficile da trattare ed il ginecologo ha avuto finora poche armi terapeutiche quando si presenta un ridotto spessore dell’endometrio detto anche “endoemetrio sottile”.
Nei cicli di trasferimento embrionario sia eterologhi da ovodonazione che omologhi con embrioni scongelati, nonostante le terapie di preparazione endometriale con estrogeni,a 6 o 8 mg al giorno, ci si può trovare nella frustrante condizione di uno spessore endometriale insufficiente, di 4/5 mm.ben al di sotto del minimo stabilito in mm.7.
A quel punto si può procedere alla introduzione in cavità uterina del plasma ricco di piastrine o PRP , che contiene potentissimi fattori di crescita.
Nella nostra casistica personale abbiamo effettuato due applicazioni di PRP a distanza di qualche giorno una dall’altra,in pazienti con endometrio insufficiente, tra i quattro ed i cinque millimetri di spessore.
Abbiamo effettuato un controllo dopo7 gg. notando un incremento di 1 o 2 millimetri e abbiamo deciso il transfer.
Abbiamo ottenuto un 66% di test positivi con gravidanza clinica (embrione con il battito) in pazienti con precedenti ripetuti insuccessi.
Questo ci conforta nel proseguire l’utilizzo di questa terapia in tutti i casi con difficoltà alla crescita endometriale o endometrio sottile e nei casi con ripetuti insuccessi.
Recenti lavori scientifici riportano interessanti percentuali di successo in pazienti con precedenti ripetuti fallimenti d’impianto, dovuti ad insufficiente crescita endometriale (inferiore ai 7 mm.).
Ad oggi questa soluzione si è rivelata di gran lunga la più efficace tra le poche alternative finora esistenti.


Sono spesso scarsi i risultati di incremento dei dosaggi degli estrogeni orali, ai quali si aggiungono i cerotti trans dermici, i gel o le schiume contenenti estrogeni.
La presenza di ormoni circolanti si scontra con un endometrio sottile, non corrispondente ai criteri di spessore minimo, circa 7 mm., associato ad una buona recettività endometriale.
Il PRP Viene preparato con circa 20 cc di sangue della paziente, dal quale si recupera la frazione di plasma ricco in piastrine.
Qui sono presenti molti fattori di crescita che stimolano localmente i tessuti provocando una decisa rigenerazione.
Questi sono i principali fattori di crescita piastrinica che agiscono in sinergia nello stimolare i tessuti.

Si effettuano generalmente due applicazioni a distanza di pochi giorni e si controlla ecograficamente la crescita endometriale.
I fattori di crescita possono essere utili anche nei ripetuti fallimenti d’impianto, anche in presenza di uno spessore endometriale adeguato, nelle donne sopra i 40 anni che effettuano trasferimenti embrionari sia da fecondazione omologa che da eterologa. Ulteriori ricerche per comprovarne l’efficacia sono attualmente in corso.
Ho potuto constatare nella pratica clinica che la recettività endometriale riceve un valido aiuto dall’utilizzo di questa tecnica, che può essere determinante per ottenere gravidanze nei casi più difficili, quando nonostante la buona qualità degli embrioni trasferiti ci si trovi a fronteggiare ripetuti fallimenti d’impianto.

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