Da alcuni anni il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) è entrato nella pratica clinica, inizialmente in ortopedia poi in dermatologia, oculistica ed ultimamente in ginecologia nelle tecniche di fecondazione assistita, per la sua capacità di stimolare la crescita e la rigenerazione dei tessuti.
Vediamo qual è l’utilità dell’infusione del PRP in fecondazione assistita.
Alcune donne vanno incontro, nel loro percorso di fecondazione assistita omologa o eterologa, a ripetuti insuccessi dopo transfer embrionario legati a scarsa qualità endometriale. Molte di esse devono effettuare ripetute preparazioni endometriali con Estradiolo (Progynova cpr 2 mg.) a causa del ridotto spessore dell’endometrio, detto “endometrio sottile”.
Questa situazione è particolarmente difficile da trattare ed il ginecologo ha avuto finora poche armi terapeutiche per trattare l “endometrio sottile”.
Nei cicli di trasferimento embrionario sia eterologhi da ovodonazione che omologhi con embrioni scongelati, nonostante le terapie di preparazione endometriale con estradiolo a 6 o 8 mg al giorno, a causa della ridotta presenza di “recettori ormonali “in cavità uterina ci si può trovare nella frustrante condizione di misurare uno spessore endometriale di 4/5 mm.ben al di sotto del minimo stabilito in 7 mm.al di sotto del quale si avrà una riduzione o non si avranno possibilità d’impianto.

PRP come si fa
Da poco è stata proposta la PRP cioè l’introduzione in cavità uterina del plasma ricco di piastrine (PRP) .
Si effettua un prelievo di sangue di 20 cc alla paziente, si centrifuga per alcuni minuti e si preleva un concentrato di piastrine che si è raccolto a fondo provetta.
Queste vengono trasferite in utero con un semplice cateterino, taecica assolutamente indolore che viene ripetuta due volte lo stesso ciclo del transfer embrionario.
Le piastrine si ammassano nelle sede di una lesione, una ferita della pelle o mucosa, e riparano i tessuti danneggiati perché contengono potentissimi fattori di crescita cellulare.
La tecnica è utilizzata da anni da dermatologi, tra l’altro per la ricrescita dei capelli, dagli ortopedici che l’iniettano nelle articolazioni per stimolarne la riparazione, dagli oculisti per le lesioni della cornea.
Da poco è stata proposta in fecondazione assistita per ovviare sia alla problematica dell’Endometrio sottile che per migliorare le percentuali d’impianto in donne con precedenti insuccessi.
Nella nostra casistica personale effettuiamo due applicazioni di PRP a distanza di qualche giorno una dall’altra, in pazienti con crescita endometriale insufficiente, (tra i quattro ed i cinque millimetri di spessore).
Quando al controllo dopo7 gg. misuriamo un incremento di 2 o 3 millimetri, procediamo con il transfer.
Efficacia
Importanti lavori scientifici riportano interessanti percentuali di successo in pazienti con precedenti ripetuti fallimenti d’impianto, dovuti ad insufficiente crescita endometriale (inferiore ai 7 mm.). In una recente pubblicazione che raccoglie le statistiche dei lavori pubblicati finora a livello mondiale,si conferma il netto incremento sulle percentuali d’impianto, ma nessuna efficacia sulle percentuali d’aborto.
Questo ci conforta nel proseguire l’utilizzo di questa terapia in tutti i casi con difficoltà alla crescita endometriale o endometrio sottile e nei casi con ripetuti insuccessi.
Ad oggi questa soluzione si è rivelata di gran lunga la più efficace tra le poche alternative finora esistenti.

Sono spesso scarsi i risultati di incremento dei dosaggi degli estrogeni orali, ai quali si aggiungono i cerotti trans dermici, i gel o le schiume contenenti estrogeni.
La presenza di ormoni circolanti si scontra con un endometrio sottile, non corrispondente ai criteri di spessore minimo, circa 7 mm., associato ad una buona recettività endometriale.
Il PRP Viene preparato con circa 20 cc di sangue della paziente, dal quale si recupera la frazione di plasma ricco in piastrine.
Qui sono presenti molti fattori di crescita che stimolano localmente i tessuti provocando una decisa rigenerazione.
Questi sono i principali fattori di crescita piastrinica che agiscono in sinergia nello stimolare i tessuti.

Si effettuano generalmente due applicazioni a distanza di pochi giorni e si controlla ecograficamente la crescita endometriale.
I fattori di crescita possono essere utili anche nei ripetuti fallimenti d’impianto, anche in presenza di uno spessore endometriale adeguato, nelle donne sopra i 40 anni che effettuano trasferimenti embrionari sia da fecondazione omologa che da eterologa. Ulteriori ricerche per comprovarne l’efficacia sono attualmente in corso.
Ho potuto constatare nella pratica clinica che la recettività endometriale riceve un valido aiuto dall’utilizzo di questa tecnica, che può essere determinante per ottenere gravidanze nei casi più difficili, quando nonostante la buona qualità degli embrioni trasferiti ci si trovi a fronteggiare ripetuti fallimenti d’impianto.

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