Circa il 25% delle donne che presentano infertilità hanno evidenze ecografiche di adenomiosi.
Questa patologia che causa dolori mestruali (dismenorrea), talvolta flussi più abbondanti ed ingrossamento dell’utero si associa in almeno due casi su tre anche ad endometriosi pelvica.
Sono noti gli effetti negativi dell’endometriosi avanzata (III e IV stadio) sulle strutture riproduttive come tube ed ovaia, meno noti gli effetti sull’utero.
In presenza di adenomiosi ,è l’impianto embrionario in particolare a soffrire di più, con una netta riduzione delle percentuali di successo delle tecniche di fecondazione assistita (PMA).
È nota la correlazione tra adenomiosi ed infertilità, come anche note sono le problematiche ostetriche come aborto spontaneo tardivo, anomalie dell’inserzione placentare, parto pretermine, rottura prematura delle membrane, perché l’adenomiosi può modificare il normale rimodellamento delle arterie uterine spirali.
È stato segnalato incremento di RIF (ripetuto fallimento d’impianto) durante le tecniche di PMA.
Vediamo nel dettaglio quali sono i segni e come diagnosticare una adenomiosi.
In ecografia la presenza di cisti di 1-3 mm nello spessore della parete uterina, aree tondeggianti più estese, soprattutto sulla parete posteriore, evidenza al Color Doppler di vascolarizzazione anomala di aree specifiche, alterazione della zona giunzionale, aumento di volume e iperecogenicità diffuse non legate a fibromiomi, striature o noduli iperecogeni o anecogeni della parete uterina, sono segni di adenomiosi.
La vascolarizzazione irregolare, evidenziata dal Color Doppler, aiuta molto nella diagnosi ecografica di adenomiosi.
Il ginecologo deve cercare questi segni per programmare una adeguata terapia prima del transfer embrionario.
Il consensus MUSA (Morphological Uterus Sonographic Assessment) ha standardizzato la refertazione delle lesioni miometriali schematizzate nella seguente tabella
L’adenomiosi, che risulta oggi fortemente sottostimata, può essere Lieve, Moderata o Severa a seconda che interessi meno del 25% del volume uterino, tra il 25% ed il 50% o oltre il 50%.
La terapia è farmacologica. Vengono utilizzati Progestinici o EP per via orale o tramite dispositivi intrauterini (IUD medicati al progesterone)
Nelle donne in trattamento per sterilità va attentamente valutata l’opportunità di una terapia specifica che preceda il momento del transfer embrionario, pena il drastico abbassamento delle percentuali d’impianto.