Si discute da molto tempo in ambito scientifico sul DHEA (deidroepiandrosterone) cosidetto “ormone della giovinezza” e sul suo utilizzo terapeutico nelle donne con bassa riserva ovarica e quindi bassa fertilità, sia in giovane età che in età più avanzata.
Le donne che hanno una madre che sia andata in menopausa prima dei 45 anni devono assolutamente essere informate che la migliore strategia è procedere ad una conservazione di ovociti il prima possibile , senz’altro prima dei 35 anni ,ma per chi non ha precedenti in famiglia, altre terapie possono essere implementate con successo.
La prima è utilizzare per due mesi il DHEA , che alla luce di numerosi studi (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23889217 ) ha dimostrato una qualche efficacia nel migliorare i tassi di successo in fecondazione assistita ( https://www.antoniocolicchia.it/percentuali-di-successo/) . Questa sostanza migliora la qualità dell’ovocita che si feconda più facilmente ed anche gli embrioni così ottenuti si impiantano ed evolvono in percentuali più alte.
Le differenze vanno dal 12% delle donne non trattate ad un 15-26% ,a seconda degli studi, nelle donne trattate. Va assunto alla dose di tre compresse al giorno per 45/60 giorni,e si deve far preparare dal proprio farmacista , in quanto non disponibile come prodotto già confezionato.
Una seconda strategia è quella del transfer differito. Molti studi sono concordi nell’affermare che quando il transfer embrionario viene posticipato ad un ciclo successivo a quello del trattamento di stimolazione ovarica, si hanno migliori risultati in termini di gravidanze.
Per far questo si devono congelare tutti gli embrioni ottenuti alla fine del trattamento di stimolazione ovarica attendere almeno un mese e procedere al trasferimento in utero dopo scongelamento. Questa tecnica, che è suggerita da molti gruppi per i migliori risultati e si scontra con l’idea corrente che il fresco sia meglio del congelato .In effetti non sono gli embrioni che migliorano nel tempo,ma è l’utero che è più recettivo in un ciclo diverso da quello della stimolazione.
Tutto questo presuppone che il centro abbia un ottimo gruppo di embriologi e le più moderne attrezzature, senza tutto questo non si otterranno i risultati sperati.
In conclusione la qualità di tutti i componenti di un buon centro di fecondazione assistita e l’utilizzo delle migliori attrezzature determinano il successo finale e sono in grado di donare alle coppie il risultato più importante:il loro bambino.